Corriere.it – 01 Marzo 2023

Il futuro (sostenibile) dello stadio Meazza senza calcio: «Show, fiere e rugby»

Claudio Trotta, tra i più importanti promoter d’Italia, ha organizzato centinaia di grandi concerti a San Siro. Per la sua attività ha ottenuto anche l’Ambrogino d’oro

«Lo dico da tempo: lo stadio è sostenibile anche senza Inter e Milan. E le modalità sono semplici: l’affidamento tramite gara internazionale a uno o più soggetti che lo ristrutturino e lo gestiscano a 360 gradi per 365 giorni l’anno». Claudio Trotta, il principale promoter milanese e tra i più importanti d’Italia, non ha dubbi sul futuro del Meazza se, come sembra, i club dovessero rinunciare al progetto di cui si discute dal 2019 e andassero ognuna per sé, a realizzare altri due impianti tra Milano e l’hinterland.

Lui, signore indiscusso dei concerti meneghini tanto da meritarsi l’Ambrogino d’Oro, è anche membro del comitato «Sì Meazza» che si batte per la permanenza dello stadio. «Quando a fine novembre abbiamo portato dal sindaco i rappresentanti della società Asm Global per illustragli la possibilità di ristrutturare lo stadio prendendolo in gestione, avevamo esattamente questo intento. Ovvero — racconta Trotta — dimostrare che attraverso una riqualificazione avremmo avuto a disposizione una struttura da utilizzare a tutto tondo e in ogni giorno dell’anno». Non solo per i concerti, dunque, ma anche per i musical, gli spettacoli teatrali, le fiere e sport come il rugby. «Basterebbe una copertura con un tetto portante che consentirebbe di usare lo stadio anche con il freddo e il maltempo», spiega il promoter, aggiungendo che da mesi attendono la documentazione tecnico-legale da parte del Comune al fine di consentire alla Asm Global di presentare una proposta definitiva. Che coprirebbe anche i costi di manutenzione del Meazza che ad oggi sono sostenuti da M-I Stadio, società compartecipata da Inter e Milan, e che ogni anno corrisponde a Palazzo Marino circa 10 milioni di euro di cui 5-6 di manutenzione. «Le cifre che le società pagano per avere San Siro per un concerto sono equivalenti a queste, pertanto anche il tema economico sarebbe compensato in modo adeguato». E le resistenze dei cittadini che abitano in prossimità dell’impianto? «Tra giugno e luglio ci saranno 45 serate. La ristrutturazione dovrà tenere conto sia dei diritti dei residenti che di quelli dei fruitori degli show. Seguendo tutti la stessa logica: che lo stadio sia uno spazio popolare di tutti». 

Chi riflette sulla possibilità di un impiego permanente del Meazza per iniziative che spazino dal teatro ai libri fino alle attività per bambini è Matteo Forte, direttore dei teatri Lirico e Nazionale. «Dobbiamo puntare sulla value exploitation, cioè la massimizzazione del contenitore — in questo caso lo stadio — come fanno all’estero», spiega Forte, secondo cui l’impianto che oggi ospita principalmente le partite può diventare, in futuro, un luogo di ritrovo per gli amanti della cultura. «Opere teatrali, musical, presentazioni di libri, attività e laboratori per bambini, ristoranti e aree commerciali: il Meazza deve vivere sempre e deve accompagnare lo spettatore prima e durante la rappresentazione». Per questo, Forte suggerisce anche «attività permanenti all’interno dell’edificio» e altre che invece cambiano in coerenza al contenuto rappresentato.