Una vicenda pasticciata,
complicata dalla incapacità politica

Comprendiamo bene che le due società stiano cercando di scaricare su altri le loro responsabilità (avevano detto a dicembre 2021 che il progetto di stadio era pronto e che avevano depositato i documenti in Comune). E capiamo benissimo che i costi di costruzione sono lievitati del 30/40% e che quindi il loro “affare” ha qualche difficoltà a stare in piedi e che non ce la fanno a stare dentro gli indici di edificabilità, previsti per evitare una Variante Urbanistica. Ma come dice il proverbio, chi troppo vuole, nulla stringe.
Il Sindaco si è sentito tradito dall’articolo della Gazzetta dello Sport, che paventava l’ipotesi che Milan e Inter vadano a Sesto San Giovanni a costruire lo Stadio, e così ha sollecitato un comunicato delle due società, che ribadiscono: se non vengono soddisfatte le loro richieste, andranno da un’altra parte. Pezo el tacón del buso, povero Sindaco; invece di avere un appoggio, lo mettono con le spalle al muro. Il Sindaco se l’è andata a cercare, in realtà. poiché dice ai quattro venti che lo spaventa l’idea che le squadre vadano fuori Milano e quindi indebolisce la sua posizione. Per incapacità o per scelta consapevole?

Ora le due società non hanno vergogna quando rivendicano “certezza sui tempi autorizzativi”. Se la sono cantata e ricantata tra il Sindaco e le due società (nessuno ci ha messo becco né il Consiglio Comunale né i Comitati) e dopo quasi tre anni, cercano di scaricare lo stallo dovuto alle loro incapacità, in primis quella del Sindaco che non ha scelto la strada maestra del confronto politico aperto in Consiglio Comunale.
E a fronte della inconsistenza delle delibere di Giunta, a gennaio 2022 il nostro Comitato ha presentato ricorso al Tar che ci auguriamo lo discuta al più presto.
Ma sarà bene ricapitolare la vicenda.
10 luglio 2019: le due società, fondo Elliott e Suning-Oaktree presentano una proposta edilizia su 290.000 mq di suolo pubblico in cui oltre la demolizione del Meazza (bene pubblico) prospettano la costruzione di 165.000 mq. di SL e un nuovo stadio (da 60.000 posti con un costo di 530 milioni, 8.200 euro a posto, più del doppio degli altri 29 stadi costruiti in Europa negli ultimi anni). In sostanza, con un indice di edificabilità pari a 0,63 mq/mq. 9 novembre 2019 (quattro mesi dopo): la Giunta approva una “dichiarazione di pubblico interesse con condizioni e prescrizioni” relativa alla proposta “stadio di Milano”. Tra le condizioni vi è quella preclusiva di stare dentro un indice di edificabilità di 0,35 mq/mq.

6 novembre 2020 (un anno dopo la delibera di Giunta): le società non rispondono alle condizioni e alle prescrizioni, ma inviano una proposta edilizia di 145.000 mq di SL (indice di edificabilità pari a 0,518 mq/mq), molto al di sopra della condizione “necessaria per dare l’assenso del Comune”, come scritto nella delibera del novembre 2019. Per di più le società scrivono che 46.679 mq. di SL sono a fronte del costo per la parziale demolizione (che, per inciso, è una idea loro) e rifunzionalizzazione dello stadio Meazza, costo pari a 79,9 milioni. (Al che viene spontaneo dire che evitando la demolizione di San Siro, si evita di spendere una cifra pazzesca e un danno ambientale gigantesco).
5 novembre 2021: dodici mesi dopo la seconda proposta delle due società, la Giunta ( sempre la Giunta) delibera una nuova “dichiarazione di pubblico interesse” con “condizioni”, in cui ribadisce alcune richieste, anche in considerazione della non congruità degli importi proposti dalle due società quale corrispettivo della concessione novantennale. Nella delibera si aggiunge che deve essere aggiornato lo studio di fattibilità e il piano economico e finanziario. E si ribadisce che l’indice di edificabilità di 0,35 mq/mq. è “necessario per dare l’assenso del Comune”, come già scritto nella delibera del novembre 2019.
Oggi, dopo cinque mesi, scopriamo che le due società non hanno presentato nessun progetto e nessun documento che risponda alle “condizioni e prescrizioni” stabilite dalla Giunta, con cui – affermano- “’vi è un dialogo costruttivo”.
Ora, è bene chiarire che nessun ufficio comunale né tantomeno il Consiglio comunale si sono messi di traverso a questa pratica, che è stata totalmente gestita dal Sindaco, che ha avuto anche la scarsa sensibilità politica di non fare cenno nel suo programma elettorale, in modo che nessuno discutesse di questa questione di San Siro, salvo poi a tamburo battente approvare una delibera di pubblico interesse su una proposta edilizia impresentabile (non a detta dei comitati, ma a detta degli uffici comunali). Gli uffici comunali hanno detto che le norme prevedono che qualora si vada oltre l’indice di 0,35 mq/mq ci vuole una Variante urbanistica. Se il Sindaco vuole accettare la proposta delle due società, non fa altro che presentare la Variante al Consiglio Comunale. Da qui non si scappa, e non c’è dibattito pubblico che tenga: le due società devono farsene una ragione.
E aggiungiamo che il dibattito pubblico si fa principalmente su un documento dell’amministrazione comunale, che sarà bene che lo predisponga e lo sottoponga al voto del Consiglio Comunale. E sarà bene aggiungere che nel dossier delle due società, sarà opportuno che inseriscano anche il nome del promoter o dell’advisor immobiliare che dovrebbe fare l’operazione per conto e per nome delle due società straniere, che esplicitino le garanzie finanziarie e patrimoniali per avere la concessione, che certifichino la titolarità delle due società e che assicurino che non vi sia cessione della concessione a terzi, né domani, né mai, pena la decadenza della concessione stessa.
E se poi le due società cino-americane continuano a non voler tirare fuori i soldi per costruirsi uno stadio in condivisione (cosa di per sé anomala rispetto al quadro europeo in cui ogni squadra o è proprietaria o ha in gestione il suo stadio), ne prendiamo atto. Se le due società pensano che da altre parti, a Sesto, per esempio, ci sia qualcuno che voglia dargli tanta volumetria da ripagarsi uno stadio nuovo e magari anche da guadagnare qualcosa con la vendita immobiliare, si accomodino, basta che non ci spieghino che sono moderni. In realtà, è una logica vecchia e parassitaria per cui l’amministrazione pubblica deve essere al servizio del privato, per favorire le operazioni immobiliari speculative. Perché, caro Sindaco, il termine è questo, speculazione, con una aggravante non da poco, si tratta speculazione su aree pubbliche, date in concessione.
Certo, si potrebbero trovare altre soluzioni, ma ci vuole una visione politica e strategica del futuro di Milano. Per esempio, fare un concorso internazionale per l’ ammodernamento e la gestione dello Stadio Meazza in San Siro (anche con il tetto, che il fantastico progetto del rendering non prevede).

E il Sindaco dell’area metropolitana potrebbe anche prevedere uno stadio anche con la pista di atletica leggera (portiamoci avanti) a Porto di Mare o anche a Sesto. In questo caso magari con un cambio: teniamo a Milano l’Istituto dei Tumori e il Neurologico Besta e in cambio diamo a Sesto lo stadio, che potrebbe servire anche al Monza calcio. Fra l’altro la assistenza sanitaria di alto livello (nelle aree Falck è già assicurata dalla presenza del San Raffaele.

Luigi Corbani
Per il Comitato SiMeazza
www.comitatosimeazza.it

Riportiamo qui il comunicato stampa del 29 marzo di AC Milan spa e di FC Internazionale Milano spa, pubblicato da Sportmediaset:
“In merito al progetto del nuovo stadio per Milano, FC Internazionale e AC Milan precisano che stanno proseguendo un dialogo costruttivo con l’Amministrazione Comunale, secondo quanto previsto dall’iter procedurale, con la
preparazione di un dossier progettuale funzionale all’avvio del dibattito pubblico, al fine di accelerare il processo per realizzare il nuovo San Siro, all’interno di un più ampio masterplan che prevede un’area riqualificata dedicata allo sport e all’intrattenimento”. “Per entrambi i club – aggiungono Inter e Milan – rimane dunque assolutamente prioritario dotarsi di un nuovo stadio, avendo certezza sui tempi dell’iter autorizzativo, rimanendo aperti a valutare altre soluzioni progettuali, qualora non ci fossero le condizioni per riuscire a realizzare il nuovo stadio di San Siro come ipotizzato”.